Ortensio gionfra
Le Opere di Padre Gionfra
Critiche sull'arte di Gionfra
Testimonianza critica di Gian Luigi Rondi
...ad ogni nuovo incontro, la pittura di padre Gionfra
conquista alla quiete, trasmettendo, di colpo un senso
superiore di armonia. Il segno continua a conquistarsi il suo
posto, sulla linea dell'impressionismo, in quel luogo
privilegiato in cui la tradizione rifluisce nel moderno, con
un'autonomia di linguaggio che la contraddistingue subito
dall'accademia, l'universo che esprime - i temi, l'occhio
sulle cose, l'attenzione alle cornici - si rivela sempre più
raccolto attorno all'osservazione, dal vivo e da vicino, della
natura, elemento unico, pur nella varietà delle sue occasioni,
di questa pittura.
Cornici, dunque, ma che, proprio per l'assenza meditata della
figura umana, diventano persone ed anzi personaggi, con la
possibilità più ampia di proporsi come protagoniste assolute
di una rappresentazione: la "rappresentazione" esatta del
mondo così come l'artista lo vede. Un mondo in cui, appunto,
il ritmo è la quiete, frutto di un ordine preciso che, ad
esprimerlo, interviene, solo e sempre la luce. Sia che,
secondo la tradizione, accenda di sè un paesaggio, sia che,
con una vitalità espressiva fuor del comune, dia vita propria
alle "nature morte", alle composizioni sapienti (e nello
stesso tempo spontanee) ottenute con i boccali, i paioli, gli
strumenti musicali, gli scaffali di una biblioteca, quasi
sempre affiancati - a far meglio sentire la natura "viva" - a
fiori, a cardi, a fogliame.
Con il disegno, qui, che raggiunge le più dense armonie - in
equilibri di vuoti e pieni intensissimi - , con un colore che
sa magistralmente trascorrere dall'effuso al nitido, ora tutto
realtà, e riproposta fedele di questa, ora, sua segreta
rivisitazione e rilettura: per reinterpretarla con forza
dall'interno. Si, da farci riconoscere, ammirati, la lezione
stessa, del "Sublime" di Dionigi Longino: "L'arte risulta
perfetta quando ha l'apparenza della natura, e di rimando la
natura raggiunge il suo scopo quando contiene nascosta
l'arte".
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Gian Luigi Rondi